RITI SETTENNALI 2024

Meditazioni del nostro Vescovo Giuseppe in occasione dei Riti Settennali di Penitenza 2024

Pubblichiamo di seguito le meditazioni che il nostro Vescovo S.E. Mons. Giuseppe Mazzafaro ci ha donato in occasione dei Riti Settennali di Penitenza.


Salve o Regina – Saluto alla Vergine Assunta in occasione dell’apertura della lastra

Ti salutiamo o Regina, siamo il tuo popolo, siamo i figli tuoi, siamo il popolo di Guardia. Oggi però siamo tutti di Guardia.

Ti invochiamo come Regina assunta in cielo: non sei una regina seduta in trono, bellissima ma lontana dalla nostra vita, perché tu sei madre di misericordia. Tu sei vita e ci doni l’autore della vita; tu sei dolcezza nelle amarezze delle nostre giornate; tu sei speranza nostra quando non sappiamo a chi appoggiarci; speranza nostra non di uno, nostra, di tutto il popolo di Guardia. E oggi siamo tutti Guardiesi.

Sei la nostra Regina, da te la vita vera, la dolcezza che riscalda il cuore, la speranza che illumina il cammino.

A te, Assunta in cielo, in questa settimana abbiamo rivoltoi nostri cuori; in questi Riti ti abbiamo cercato, avevamo bisogno di te, di ricorrere a te, noi esuli figli di Eva, figli di una vita lontana da Dio a causa del peccato di Eva.

Ma tu sei la nuova Eva, con te, con il tuo Figlio Gesù, con la sua Parola, con il suo Vangelo, il deserto diventa un giardino e oggi, quando gementi e piangenti sospiriamo in questa valle di lacrime, sappiamo chi cercare, sappiamo a chi guardare, sappiamo che c’è una porta alla quale bussare. Lo abbiamo fatto in questi giorni, a te abbiamo rivolto il nostro cuore e le nostre preghiere.

Tutto è stato per te : per te i misteri, per te disciplinanti, per te i battenti, per te i figuranti, per te la penitenza, la comunione, per te e con te tutto il popolo di Guardia si è messo in cammino per le vie del cuore, per le vie di Dio , non più soli, ma insieme. Con te ci siamo sentiti famiglia.

A te siamo ricorsi come si ricorre al cuore della madre : esuli, gementi e piangenti siamo venuti da te ognuno con i suoi dolori, con le sue ferite con le sue domande, con le sue speranze.

A te ricorriamo oggi per i tanti esuli di questo mondo, per i tanti gementi e piangenti a causa delle guerre. Quanti bambini gemono e piangono in Palestina, in Terra Santa; quanti bambini, quanti uomini e donne gemono e piangono in Ucraina e in tanti paesi del mondo; quanti anziani, quanti malati , come esuli, soli, gemono e piangono nella solitudine che rende le giornate vuote e le notti interminabili. Quanti migranti come esuli vanno in cerca di una terra dove vivere e gementi e piangenti perdono la vita nei viaggi della speranza; quanti carcerati come esuli gemono e piangono perché giudicati e rifiutati.

Tu, O Maria comprendi i nostri dolori, tu sei anche la Mater Dolorosa, che ha pianto e sofferto per la forza del male che si è abbattuta sul tuo Figlio, flagellato e messo in croce non per i suoi peccati , ma per i nostri. Ricorriamo a Te perché il tuo pianto, il tuo dolore non sono mai diventati disperazione o rinuncia. Ricorriamo a te per fare nostra la tua forza, per fare nostra la tua fiducia in Dio, per imparare da tuo Figlio, dal Vangelo, a camminare in questa valle di lacrime come segno di consolazione e di sicura speranza portando tenerezza e amore a chi è solo, anziano, malato, a chi è giovane ma scoraggiato, ai bambini che cercano protezione.

Il popolo guardiese, che abbraccia tutti noi, in questi giorni dei Riti si è riconosciuto peccatore, bisognoso di una vita nuova.

Il popolo di Guardia è oggi immagine di una umanità che ha bisogno di pentirsi , di convertirsi, di capire di non poter vivere lontano da Dio, di non poter vivere senza gli altri o contro gli altri, ognuno per conto suo preoccupato solo di se stesso.

Tutto Maria mettiamo nelle tue mani. Tu sei l’avvocata nostra che intercede per noi.

Tu sei chiamata beata perché hai creduto nell’adempimento delle parole del Signore.

Aiutaci a ravvederci quando non ascoltiamo le parole del Figlio tuo.

Perdonaci quando diciamo di amarti ma non accogliamo il tuo invito, quello che facesti alle nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà”;

Esortaci quando non leggiamo il Vangelo, quando la Parola di Dio non è lampada ai nostri passi, quando non cerchiamo nella preghiera la forza che viene da Dio. “Tutto posso in Colui che mi dà forza” dice l’apostolo Paolo.

Ora abbiamo due grazie da chiederti.

La prima è: volgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi, non staccarli mai da noi. I tuoi sono occhi che amano, che consolano, che incoraggiano, che accompagnano, che sanno dare speranza.

E poi l’altra grazia che ti chiediamo: a noi non più esuli ma figli, mostraci Gesù il frutto benedetto del tuo senoDopo la penitenza la conversione, e la conversione è prendere tra le nostre braccia Gesù, prendere tra le nostre mani il suo Vangelo. Beati coloro che ascoltano la mia parola e la osservano, ha detto lo stesso Gesù.

Sì, Madre santa, noi vogliamo cambiare noi stessi, vogliamo convertirci all’amore, perché Dio è amore. E ogni parola del Figlio tuo è come un seme di amore che dove trova un terreno buono porta molto frutto, soprattutto frutto di amore e di pace. La guerra, la violenza come il drago dell’Apocalisse cerca di divorare quel bambino che è la vita di Dio, ma tu Maria lo proteggi come proteggi la nostra vita quando ricorriamo a te.

Come popolo di Guardia, oggi siamo tutti di Guardia, sentiamo la responsabilità o Regina della pace, proprio perché amati da te, di cambiare la nostra vita. Si, con te, con tuo Figlio, possiamo cambiare, possiamo diventare angeli di pace .

O Clemente, o pia o dolce vergine Maria, così mamma da poterci amare tutti senza dimenticare nessuno, a te affido anche la vita dei sacerdoti, dei consacrati di questa santa chiesa. Tuo Figlio li ha scelti per il compito grande di essere padri e pastori, per essere portatori di cielo, quel cielo che è la sua Parola, che è Lui stesso come pane disceso dal cielo. Accompagnali nel cammino, sostienili nella debolezza, incoraggiali nelle delusioni perchè il loro ministero sia sempre ricco di grazia e di misericordia.

A te affido gli aspiranti diaconi, accompagna il loro discernimento.

A te affido i nostri seminaristi. Sono giovani in cammino; sono germogli, fa che crescano e diventino alberi robusti capaci di dare protezione a tanti e di portare molto frutto secondo il cuore di Dio.

Questa “lastra” che ci separa adesso sarà aperta e niente più ci sarà tra noi e te.

Apriremo la lastra per permetterti poi di uscire e venire in mezzo a noi.

Vieni Maria a camminare di nuovo per le nostre strade, sono sette anni che aspettiamo questo momento; vieni ad incontrare noi peccatori e prega sempre per noi ora e nell’ora della nostra morte.

Amen.


Messaggio per la processione generale dei Riti Settennali di Penitenza

Care sorelle e cari fratelli,

in questo mondo distratto, così preso da se stesso, in questo mondo dove si svuotano i granai per acquistare armi, mondo dove la fede, la preghiera, il Signore, Maria stessa sembrano essere sempre più marginali, in questo mondo, in questo tempo i Riti settennali sono stati per tutti noi come uno scossone, ci hanno scosso dal torpore e fatto tornare all’essenziale, confermandoci nella fede in Dio, chiarendoci e ne avevamo bisogno che, a partire da Maria, la fede non è una emozione ma una presenza, una forza spirituale che viene in aiuto della nostra debolezza, che ci solleva in alto, più vicino a Dio. Sì, ci siamo sentiti tanto amati. I Riti vissuti sono passione e interesse, forse per alcuni anche curiosità, ma dietro alla curiosità spesso si nascondono domande vere sulla vita, sulla morte, sul senso della vita per capire non per cosa vivere , ma per chi vivere . I riti sono carne, sangue e spirito insieme, fede e cultura, uomo e Dio insieme; sono il cammino di un popolo , un’immersione nella tradizione ma anche una porta aperta al futuro, a una vita nuova, quella di chi si converte, perché il fine dei Riti è la conversione dei cuori. Sono il culto di un popolo che dà orgoglio al singolo, donano un’appartenenza, un’identità, quella di essere guardiesi a partire dai Riti stessi. Lo dicevo anche ieri: in questi giorni siamo tutti guardiesi. Generazioni e generazioni di uomini e donne nei secoli hanno vissuto, custodito, arricchito questo grande patrimonio a partire dall’amore per Maria, Regina assunta in cielo. E oggi celebriamo l’Assunzione di Maria in corpo e anima, lo facciamo di nuovo, c’è quasi un’insistenza nel ripetere questa liturgia perché un mistero troppo grande è quello dell’Assunzione, quello della vittoria della vita sulla morte, del bene sul male, della carne che trova posto accanto a Dio. La vita sembra sempre smentire la fede. Il male nel mondo è grande, l’Apocalisse c’è lo ha ricordato: il drago cerca di divorare l’autore della vita ma Maria lo difende, lo protegge così come Maria assunta difende e protegge chi confida in lei, quando il drago si affaccia nella nostra vita, nella vita del mondo . La protezione non è rinchiudersi nelle proprie cose, la protezione ha un nome e un volto ed è quello di Maria, per questo siamo qui a celebrare la sua Assunzione, la sua morte che è anche la sua nascita a cielo, segno di consolazione e di sicura speranza. Lei è la donna vestita di sole che lotta con il drago. La storia del mondo è una lotta senza fine tra il bene ed il male; tra l’amore e la discordia, tra la compassione e l’indifferenza, tra la luce e le tenebre. Ma è l’amore a vincere

Oggi il drago si chiama guerra e la cultura di morte che c’è dietro. Vediamo il drago terribile, trascinare il cielo e buttarlo sulla terra, distruggendo tutto e tutti, perché la guerra è sempre una inutile strage, un vero fallimento. E il drago della guerra ha tante armi che usa bene: invidia , discordia, prepotenza, rancore, desiderio di possesso degli altri e delle cose degli altri. Ma la pace è sempre possibile, la violenza e la guerra non sono un destino, il nostro destino è il cielo.

In questi giorni dei Riti abbiamo cercato il cielo, abbiamo fatto penitenza per quando abbiamo vissuto solo per le cose della terra, trascurando l’amore, il perdono, la fraternità, la preghiera. Un popolo di penitenti nel corpo e nello spirito. Oggi i battenti vivranno un segno forte di penitenza, di richiesta di perdono, di conversione. Oggi il popolo di Guardia grida al cielo: siamo peccatori. Oggi il popolo di Guardia di fronte alla grande sofferenza di tanti innocenti , di fronte a tanto sangue versato nel mondo per la violenza e la guerra, rappresenta l’umanità intera bisognosa di penitenza, di conversione e di misericordia.

L’Assunzione di Maria ci ricorda che il nostro destino è il cielo, non solo quello dell’anima, ma anche quello del corpo, che Dio ci ama, ama questo mondo. Dio prende con se Maria anche con il suo corpo; le vuole bene e la vuole vicina anche fisicamente. Come è importante la vicinanza fisica, come è importante avere vicino fisicamente le persone: non è la stessa cosa volere bene da lontano. Ce lo ricordano gli anziani, tante volte voluti bene solo da lontano. Elisabetta, anche lei avrà vicino fisicamente Maria perché gli anziani vanno amati e visitati.

Maria crede a quello che ancora non c’è e si affida perché crede che ci sarà. Crede che la Parola del Figlio suo non è solo un buon augurio. Maria si affida e ci dona Colui per il quale vivere, che dà senso alla vita e ci ricorda Dio da che parte sta: Dio non sta dalla parte dei prepotenti, degli orgogliosi, degli arroganti, dei violenti; Dio sta dalla parte degli umili, dei piccoli, dei deboli, degli scartati, dalla parte dei pastorelli e non dei re, dalla parte degli umili e dei semplici e non dei sapienti di questo mondo . E’ il mondo assunto da Dio.

Maria è nostra Madre, accogliamola come fece Elisabetta nel nostro cuore, nella nostra casa che è la nostra vita; la casa di Maria non è il Tempio, ma il cuore. Lei Regina assunta in cielo vuole essere presente nelle nostre famiglie.

Maria “magnifica” il Signore , perché comprende che nulla è impossibile a Dio e che il paradiso è in pienezza, in anima e corpo, la nostra meta, e lei inaugura la strada. Lei è senza peccato, lei crede nelle Parola del Figlio. Noi no, ci alterniamo tra fede e dubbi, fiducia e smarrimento Per questo penitenza e conversione. Amarla ci aiuta a combattere il peccato anzitutto dentro di noi, perché è nel cuore che nascono i sentimenti cattivi, la discordia, la divisione; è prima nei cuori che si alzano i muri che ci separano .

Maria come una madre ci aiuta ad ascoltare e a mettere in pratica il Vangelo che ci rende figli. Da questi Riti vogliamo vivere un impegno, quello di conoscere di più le parole del Figlio suo, conoscere di più il Vangelo, conoscere di più la Scrittura che i misteri hanno così bene rappresentato. Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.

O Gloriosa Madre di Dio, tu che sei il capolavoro di Dio, così casta da poter restare vergine anche dopo il parto, così bella che Dio ha scelto come sposa ; così umile e santa che lo Spirito Santo si è degnato di abitare nella tua vita, prega per noi il tuo Figlio Gesù. Ottieni per tutti i suoi figli e per l’umanità intera, il dono della riconciliazione e della pace.

Maria Regina Assunta in cielo, il popolo di Guardia, noi tutti, ti amiamo e ti vogliamo tanto bene; ci prepariamo a camminare con te per le vie di Guardia; siamo trepidanti, sono 7 anni che aspettiamo questo momento dove vieni a confermare il tuo amore per questo tuo popolo; ci prepariamo a vivere l’incontro tra la tua misericordia e la miseria, il pentimento dei battenti . Donaci di custodire nel cuore la grazia di questi giorni. Amen.

https://www.diocesicerreto.it/2024/08/27/meditazioni-del-nostro-vescovo-giuseppe-in-occasione-dei-riti-settennali-di-penitenza-a-guardia-sanframondi-bn/