Glossario dei Riti Settennali
A cura di Marilina Di Cosmo, Michela Di Cosmo, Cristiana Cusano, Giuseppe De Blasio, Umberto Di Lonardo, Luigi Maria Foschini, Mariacarmen Pigna, Carmen Pigna e don Nicola Pigna.
APERTURA DELLA LASTRA: L’immagine dell’Assunta è posta all’interno di una nicchia che si trova nell’abside dell’Altare Maggiore della Basilica dell’Assunta, chiusa da una lastra che rimane tale per sette anni. La cerimonia di “Apertura della lastra” avviene nella mattinata del sabato della Settimana di penitenza, dopo la processione del clero. La funzione prevede l’apertura della lastra attraverso l’utilizzo di tre chiavi, le quali vengono inserite in altrettante serrature. Il compito di inserire le tre chiavi è del decano dei Comitati Rionali, del Sindaco e del Parroco o del Vescovo diocesano (se è presente). Il Parroco ha la funzione di aprire materialmente la nicchia, spalancando “la lastra”. Durante la funzione, i quattro cori rionali eseguono i canti preparati per l’occasione e il popolo intona il tradizionale canto “S’è sposta Maria”.
BATTENTI: I Battenti a sangue sono dei penitenti incappucciati in saio bianco e cappuccio ad occhiaia che si percuotono il petto con ritmo cadenzato, chi solo sul lato sinistro, chi su ambedue i lati, con uno strumento di penitenza chiamato “spugna” (pezzo di sughero da cui fuoriescono numerose punte di spilli). Figure presenti solo il giorno della processione generale. Sfilano seguendo il mistero di “San Girolamo Penitente” del Rione Croce. Si riuniscono nella Basilica Santuario dell’Assunta attendendo il grido “Fratelli, con fede e coraggio, in nome della Vergine Assunta, battetevi!”. In ginocchio e con lo sguardo rivolto verso l’immagine dell’Assunta, escono dal Santuario e in ordinato corteo seguono la processione generale fino all’incontro con la Statua dell’Assunta, in prossimità di Piazza Castello.
BOLLETTINO: Rivista bimestrale o trimestrale del Santuario dell’Assunta all’interno della quale vi sono rubriche che riguardano appunti di cronaca sulla vita religiosa e sociale del paese, con diverse rubriche di ringraziamenti e richieste di protezione all’Assunta (“La parola di Papa Francesco”; “appunti di cronaca”; “sotto la protezione dell’ASSUNTA”; “In memoria di”). Il primo bollettino risale all’anno 1955, redatto e pubblicato dalla Congregazione dell’Oratorio PP. Filippini di Guardia Sanframondi (BN). Le annate sono consultabili in formato digitale sul sito del Santuario.
CAMPANELLI: Due piccole campane in bronzo e di disuguale grandezza, legati ad una medesima traversa di legno, collocati sotto la nicchia della Madonna nel Santuario dell’Assunta. Sulla fascia del campanello più grande è riportato l’anno della sua fusione e si legge la scritta a rilievo: “Jesus Maria-1048”; mentre tanto sull’uno quanto sull’altro sono incisi i nomi “Assunta e Pietro Pascale”, lasciando spazio all’ipotesi di possibili offerenti di quei campanelli all’Assunta. Sono storicamente legati alla statua dell’Assunta, tanto che tutte le legende del ritrovamento, concordemente, li ritengono parte del prodigioso evento.
CHIESA AVE GRATIA PLENA: La chiesa dell’Ave Gratia Plena o dell’Annunziata è la più risalente chiesa costruita nell’antico borgo guardiese, lungo la strada allora più importante, nel 1428. Dopo vari terremoti che hanno interessato la struttura, fu consacrata solo il 23 luglio 1780. Oggi la chiesa è interdetta al culto, ma viene utilizzata come sede per convegni ed esposizioni artistiche. In occasione dei Riti settennali è il punto d’incontro, di preparazione e di partenza del Rione Piazza e della processione del clero.
CHIESA DEL CONVENTO: La chiesa di San Francesco e l’adiacente convento furono costruiti nel 1617 dal popolo guardiese. È situata nella parte esterna dell’antico centro storico. Fu abbandonata dai frati nel 1951 a causa della difficile situazione franosa della struttura e dell’intera zona. Oggi è stata restaurata in parte e ancora non è chiara la destinazione d’uso futura. Non risulta essere una “chiesa dei riti” ma era comunque inserita nel percorso processionale di penitenza di ogni rione, punto di fermata per ascoltare il sermone dei padri passionisti, coloro che davano corpo e parola alla dimensione della penitenza. Questa statio intermedia non si è più tenuta da quando la Chiesa è stata chiusa negli anni Ottanta del secolo scorso.
CHIESA DI SAN ROCCO: È la chiesa d’incontro, di preparazione e di partenza delle processioni settennali del Rione Croce. Fu costruita nel 1575 come ringraziamento in onore del santo protettore della peste e delle epidemie dai rifugiati scappati da contrada Rajete a seguito di un’infestazione di insetti. Si erge al termine di un’imponente scalinata, da cui domina sulle abitazioni del rione, e ha una particolare pianta ottagonale con accanto un cortile ed una torre campanaria. All’interno si trovano tre altari, alle spalle dei quali campeggiano tele del De Matteis. Nel corso dei secoli è stata più volte oggetto di ricostruzione dopo il terremoto del 1688) e restauri (l’ultimo ancora in corso) e alcune sue pertinenze hanno svolto anche la funzione di ospedale fino ai primi decenni del Novecento.
CHIESA DI SAN SEBASTIANO: È la chiesa d’incontro, di preparazione e di partenza delle processioni settennali del Rione Portella. Fu edificata sulla pianta di una primitiva cappella del 1515, costruita per iniziativa dei conciatori di pelle. La struttura attuale risale agli inizi del XVIII secolo quando, dopo il terremoto del 1688, che la rase al suolo, l’opera di ricostruzione fu affidata a Domenico Antonio Vacaro, artista e scultore napoletano, e Paolo De Matteis, pittore e affreschista, che ne fecero uno dei simboli più importanti del barocco napoletano nel Sannio. A singola navata, con l’altare maggiore realizzato in marmi rari, stucchi, tele ed affreschi celebri, nel riquadro centrale della volta, completamente affrescata, è raffigurata la Gloria dell’Assunta.
CHIUSURA DELLA LASTRA: È la cerimonia che segna ufficialmente la fine dei Riti Settennali di penitenza a Guardia Sanframondi; la statua dell’Assunta, dopo essere stata esposta per 15 giorni, notte e giorno, il pomeriggio della seconda domenica successiva alla processione generale, dopo la solenne celebrazione eucaristica e una breve processione nel piazzale antistante il Santuario, Piazza San Filippo, il simulacro viene nuovamente riposto nella nicchia e la lastra posta davanti ad essa viene chiusa con la stessa cerimonia di apertura: da qui ripartiranno i sette anni di attesa.
CORONA DI SPINE: Simbolo di penitenza mutuato direttamente dalla passione di Cristo “e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo” (Mt 27, 29) e richiamo alla costrizione e al pentimento vissuti come sacramenti istituiti da Gesù Cristo per rimettere i peccati commessi dopo il battesimo; è portata sul capo dai fedeli non direttamente impegnati nella rappresentazione dei misteri durante le processioni di penitenza di ciascun Rione e dai “ministri” durante la processione penitenziale del Clero e delle Associazioni cattoliche del sabato, insieme alla fune incrociata sul petto.
CORI RIONALI: Per la festa in onore della Vergine Assunta si chiede ad alcuni maestri e musicisti locali di comporre e far eseguire durante le processioni rionali e in quella generale un canto chiamato comunemente “canzoncina”. Ogni Rione ha un proprio coro, il quale, all’interno della processione rionale, ha un posto ben preciso. All’origine i Cori erano formati esclusivamente da giovani donne nubili. Nel corso degli anni, tuttavia, è emersa forte la necessità di inserire pure donne di età adulta, anche se già sposate. Di recente, inoltre, i cori rionali hanno dato accoglienza anche agli uomini, favorendo così l’esecuzione di canti a più voci.
DEPUTATI RIONALI: Ogni rione è rappresentato da un comitato, costituito da cinque deputati; insieme i venti rappresentanti dei quattro rioni formano il Comitato dei Riti penitenziali. Non sono gli abitanti dei rioni ad eleggere i deputati; di solito la carica si tramanda per tradizione familiare o per scelta degli altri membri e dei loro collaboratori (cooptazione). Il parroco presiede il comitato dei Riti settennali.
DISCIPLINA: La disciplina è un piccolo flagello, realizzato da artigiani locali, con un gruppo di strisce metalliche unite da una catenella, con la quale i disciplinanti si percuotono ritmicamente le spalle.
DISCIPLINANTI: I disciplinanti, chiamati anche flagellanti, partecipano esclusivamente alle processioni infrasettimanali chiudendo il corteo della processione di penitenza del Rione di appartenenza. Sono disposti per due in una lunga fila, vestiti con un saio bianco e cappuccio ad occhiaia. I flagellanti o disciplinanti sono così chiamati, perché fanno uso di un antico strumento di penitenza la ‘disciplina’. Essi hanno anche il compito secondario ed occasionale di un vero e proprio ‘servizio d’ordine’, facendosi largo tra i fedeli e pellegrini, che nelle stradine anguste del centro storico possono eventualmente ostruire il passaggio del corteo rionale.
DONO: È consuetudine che alla fine di ogni settennio, dopo i Riti, i singoli Rioni e i Battenti, facciano un dono, offrano cioè alla Vergine un emblematico segno che valga a perpetuare, mentre si attende il successivo settennio, la memoria dei riti celebrati. Non ci possiamo fermare comunque al semplice Dono, perché del Dono urge cogliere il messaggio, che poi è il contenuto essenziale, sul quale deve fermarsi la nostra attenzione “Lodare il Nome di Maria” ecco uno dei principali aspetti di quel contenuto.
FUNI: Le Funi, intrecciate sul petto, insieme alle corone di spine e le corde, sono i simboli della penitenza perché ricordano la passione di Cristo. Sono segni di contrizione e del pentimento vissuto come sacramento istituito da Gesù Cristo per il perdono dei peccati commessi dopo il battesimo. Indossano questi simboli i componenti dei rioni, uomini e donne non direttamente impegnati nella raffigurazione dei misteri che sfilano in processione collocandosi tra un mistero e l’altro sia per segnarne la sequenza sia per prestare aiuto ai componenti del mistero stesso; a questo proposito bisogna ricordare che molti misteri prevedono il coinvolgimento di giovani e di bambini.
LITANIE: Le Litanie, recitate dal popolo con grande amore e devozione, ricordano le preghiere assembleari delle antiche liturgie ebraiche. Uomini e Donne si uniscono in un coro che costituisce una vera e propria colonna sonora di fondo a tutta la processione. Il Popolo implora l’aiuto divino per mezzo di Maria ripetendo frequentemente “Ora pro nobis” ovvero “Prega per noi” e nello stesso tempo esprime la sua profonda devozione all’Assunta attraverso titoli onorifici come “Mater”, “Virgo”, “Regina”. Il tutto è accompagnato da una grande commozione sia da parte di chi la canta, sia da parte di chi ascolta.
MISSIONE POPOLARE: Il Parroco indice tale momento comunitario per preparare spiritualmente la comunità all’evento dei Riti ormai imminenti. Si tiene nelle settimane o mesi precedenti la Settimana di penitenza e vede il coinvolgimento di tutta la popolazione, sia come singoli che come gruppi. È generalmente guidata da missionari religiosi che accompagneranno, poi, la popolazione anche durante la celebrazione dei Riti.
INCONTRO: È uno dei momenti più toccanti della processione, avviene presso la Fontana del Popolo, all’angolo della chiesa di San Sebastiano. I battenti sfilano davanti all’Assunta in ginocchio e intensificano i colpi sul petto, poi si alzano, fanno un segno di croce e continuano per un breve percorso. Uno per volta lasciano il corteo dileguandosi nelle strette viuzze del paese, mentre la processione procede lentamente perché un susseguirsi di mani e spalle prendono in consegna l’immagine dell’Assunta, cantando e pregando in suo onore.
LEGENDE DI FONDAZIONE: Si tratta dei racconti, presenti in almeno tre distinte versioni, che raccontano il prodigioso ritrovamento della statua dell’Assunta e dei campanelli, nonché idealmente segnano l’inizio dei riti penitenziali in suo onore.
MISTERI: Quadri viventi rappresentanti allegoricamente i passi delle Sacre Scritture, della Vita dei Santi, ossia i momenti salienti della storia cristiana sino ai nostri giorni. I misteri, preceduti da un paggio o un angelo che reca un’insegna illustrativa del quadro vivente, si presentano composti da donne uomini e bambini che, vestiti con costumi adeguati al contesto che si rappresenta, sfilano per il paese, assumendo pose e atteggiamenti che meglio caratterizzano il proprio personaggio. I componenti dei Comitati (i Deputati) divengono i registi del mistero (o quadro) prendendo spunto, talvolta, anche dalle rappresentazioni artistiche del panorama culturale.
NOVENA: Dal latino “novem”, nove, ha come scopo quello di anticipare e preparare l’anima a vivere un giorno importante. Celebrare le novene rappresenta un momento direttamente collegato al culto di Maria e dei santi. Questo gesto di devozione insegna ai fedeli l’importanza della costanza della fede e rappresenta una forte esperienza arricchente della comunità cristiana che si prepara a vivere, in pienezza.
ORI VOTIVI: Ori e argenti che adornano la Statua della Vergine; essi sono numerosi ex voto per i “nembi fugati” da coloro che hanno chiesto e/o ricevuto una grazia.
PIETÀ POPOLARE: Si intende quel complesso di manifestazioni cultuali che sono in sintonia con la cultura di un popolo e ne esprimono l’identità. In questa categoria rientrano quasi tutti gli aspetti caratterizzanti i Riti Settennali: misteri, veglie, devozioni, processioni, atti di pietà di vario genere.
PROCESSIONE DEL CLERO: È la processione penitenziale che coinvolge i sacerdoti, i consacrati, i religiosi e le associazioni cattoliche. Ha luogo il sabato e precede il momento dell’“Apertura della Lastra” custodente la Statua dell’Assunta. Il clero, preceduto da una nuda Croce – in genere portata dal Vescovo diocesano-, muove in abito talare piano, in segno di penitenza, avendo sul petto la fune incrociata e la corona di spine a cingere il capo. Partendo dalla Chiesa dell’Ave Gratia Plena, si conclude presso la Basilica Santuario dell’Assunta.
PROCESSIONE DI PENITENZA: Ciascun Rione compie una processione di penitenza, il giorno precedente rispetto alla processione di comunione. In particolare, in questa circostanza sfilano in corteo i Misteri che richiamano o simboleggiano concetti penitenziali e di contrizione. A esclusione delle donne nubili, chi prende parte alla processione, senza essere un figurante dei misteri, indossa sul capo una corona di spine e sul petto una fune incrociata. Anche il coro intona l’apposito canto di penitenza, diverso per ciascun rione. A chiusura del corteo è prevista la presenza dei flagellanti che, con la disciplina, si percuotono a suon di litanie il dorso.
PROCESSIONE DI COMUNIONE: Si differenzia dalla precedente perché ha lo scopo di avvicinare i fedeli al Sacramento dell’Eucarestia. Non vi partecipano né i quadri che raffigurano scene di penitenza, quali ad esempio il “bestemmiatore lapidato” del Rione Fontanella e “San Girolamo penitente” del Rione Croce, né i flagellanti.
PROCESSIONE GENERALE: Si svolge la domenica della settimana di penitenza e rappresenta uno dei momenti maggiormente significativi della manifestazione. Dopo la celebrazione eucaristica tenuta in Piazza San Filippo, seguendo l’ultimo mistero del Rione Croce (San Girolamo Penitente), escono in corteo centinai di battenti che in processione percorrono le vie del paese. Al termine del gruppo dei battenti la processione prosegue con il gonfalone del Rione Portella, e con i misteri che lo seguono. La Statua dell’Assunta esce in processione al termine di tale corteo, quindi dopo l’ultimo mistero del Rione Piazza. La Statua viene portata a spalla dal clero fino all’uscita della Chiesa, per essere poi presa dai fedeli e, quando nel momento del ritorno nel Tempio, giungerà sulla soglia, verrà riconsegnata al clero che la riporterà all’Altare Maggiore.
PROCESSIONE STRAORDINARIA: Processione che non segue il decorso naturale del settennio. È indetta nei momenti di straordinaria necessità e ogni qualvolta vi sia la richiesta del popolo di rivolgersi all’aiuto e all’intervento della Santa Vergine. La decisione di dar luogo ad una processione straordinaria con l’immagine dell’Assunta è presa dal popolo e avviene dopo un’ampia consultazione di parecchi giorni e solo dopo tre settimane di cortei con i sacri campanelli, imploranti l’intervento della Madre di Dio. Ovemai dopo la terza uscita dei sacri bronzi il problema permane, si adotta la decisione di “cacciare la Madonna”.
QUESTUA RIONALE: È la raccolta di offerte che il popolo guardiese fa per garantire la buona riuscita dell’intero evento; ha solitamente inizio la domenica dopo il 26 maggio, festa di San Filippo Neri, Patrono del paese, e avviene sempre di domenica ed è preannunciata dal suono dei campanelli. La prima uscita spetta di diritto al rione Croce, seguita nelle domeniche successive dal rione Portella, Fontanella e Piazza. Com’è tradizione, al termine della prima messa ordinaria che (fino a qualche anno fa, era celebrata alle ore 6:00, oggi invece la funzione si svolge alle ore 8:00) i rappresentanti del rione, su invito del parroco, prelevano i campanelli dal loro alloggiamento e, dopo una breve benedizione, vengono portati fuori dal Santuario, dove ritorneranno verso mezzogiorno e consegnati nuovamente al parroco.
RIONI: Nei nostri riti il termine “rione” si discosta completamente dal significato che ha in altre manifestazioni religiose o folcloristiche, dove il “rione” o la “contrada” assume un significato di rivalità e competitività per vincere un trofeo da esporre nella propria zona. Per Guardia il “rione” rappresenta l’organo essenziale alla manifestazione penitenziale, per partecipare e dare voce a tutti senza nessuna discriminazione d’età, sesso e cultura. È territorialmente definito nel numero di quattro: Croce, Portella, Fontanella e Piazza.
RITI SETTENNALI: Sono le manifestazioni, che si svolgono dal lunedì successivo alla Solennità dell’Assunta fino alla Chiusura della lastra, permettono di pregare in varie forme di lode o di adorazione, di ringraziamento o di scioglimento di un voto, di implorazione di grazie o richiesta di perdono proprio come fanno i pellegrini che arrivano alla meta. Risulta evidente che alcuni riti appaiono maggiormente impattanti agli occhi di un osservatore; tuttavia, sono solo una piccola parte delle preghiere che in quei giorni i fedeli fanno.
SANTUARIO DELL’ASSUNTA: È il tempio religioso, dedicato congiuntamente a S. Maria Assunta in Cielo ed a S. Filippo Neri. Per la Sacra Immagine della Madonna che vi è custodita e per la maestosità dell’edificio, nel 1955 è stato elevato a Santuario Mariano e nel 1989 ha preso anche il titolo di Basilica Minore Pontificia. La chiesa attuale è stata costruita su un’antica cappella o chiesetta eretta agli inizi del 1500, se non addirittura intorno al 1400, appena fuori l’attuale Porta di Santo. Anticamente era dedicata a Santa Maria e prese il titolo di Santa Maria Assunta forse già prima del 1585.
SETTENNIO: È il periodo di tempo che intercorre tra una celebrazione dei Riti settennali e la successiva. Le ipotesi avanzate sono diverse. Alcuni hanno pensato alla complessità nell’organizzazione; altri hanno pensato che il numero sette richiami: i dolori della Madre del Signore, i vizi capitali, le opere di misericordia corporale o spirituali o l’anno sabatico degli Ebrei (questa dovrebbe essere l’ipotesi più accreditata).
SETTIMANA DI PENITENZA: È la settimana successiva alla Solennità dell’Assunta in cui si svolgono le processioni Rionali, quella del Clero e termina con la Processione Generale. In queste giornate i fedeli hanno la possibilità di avvicinarsi maggiormente al sacramento della Confessione e a quello Eucaristico. È la settimana in cui i “pellegrini” svolgono gli ultimi metri del loro percorso in attesa di raggiungere la meta la domenica.
VEGLIE: Celebrazioni che si svolgono i primi sabati di ogni mese, con la preghiera del Rosario meditato, l’Eucaristia, la catechesi e l’invito alla Riconciliazione. I fedeli, riuniti nel Santuario mariano, manifestano la loro fede nell’azione materna di Maria. Questa devozione mostra come la Madre di Dio riunisce attorno a sé i pellegrini che, con tanti sacrifici, trovano conforto nella preghiera e la forza per affrontare le difficoltà della vita.
SPUGNETTE: O ‘spugna’ è un pezzo di sughero circolare realizzato da artigiani locali, con spilli d’acciaio conficcati, solitamente trentatré, ma variabili in base alla dimensione del sughero. Gli spilli sporgono di pochi millimetri e sono distanziati con cera per proteggere le ferite. La prima testimonianza documentata sull’uso della ‘spugna’ dai ‘battenti’ risale al gesuita P. Scipione Paolucci nel 1651, nel testo “Missioni de padri della Compagnia di Gesù nel Regno di Napoli”. Il testo descrive le processioni penitenziali e gli strumenti di penitenza, inclusa la ‘spugna’ e l’azione dei battenti.
STENDARDO RIONALE: Nelle processioni di penitenza, di comunione e nella processione generale della domenica, i rioni sono preceduti con il proprio stendardo o gonfalone. Questi stendardi sono l’elemento visivo principale che separa i misteri di un rione dall’inizio del successivo. Originariamente erano le bandiere dei Comuni, poi diventate vessilli ecclesiali delle confraternite. I quattro Rioni presentano gonfaloni simili nella forma, ma decorati diversamente con temi e simboli in linea con la Festa dell’Assunta.
VINO: Il battente, percuotendosi incessantemente e ritmicamente, provoca il sanguinamento del petto. Per detergere e disinfettare, alcuni assistenti dispensano del vino bianco sulla spugna.
SPOSTA: Termine dal significato molto profondo poiché indica la fine di un’attesa durata sette anni, derivante dal verbo italiano esporre. Usato, per indicare l’uscita dalla nicchia dell’immagine dalla Madonna Assunta, e intonato nel tradizionale “s’è sposta Maria” cantato dalla popolazione tra le pause dei cori rionali all’apertura della lastra. Ha un ulteriore significato, quello di sosta, che viene fatta durante la piccola processione in piazza San Filippo la domenica della chiusura della lastra.