La Settimana di Penitenza
Come si celebrano i riti.
I Riti Settennali sono scanditi da tempi e ritmi precisi. Ciascun rione nell’arco della settimana compie due proces- sioni, una di penitenza l’altra di comunione. Tutto inizia il lunedì successivo al quindici agosto: i fedeli del Rione Croce al suono della campana si radunano presso la chiesa rionale di San Rocco, si compongono i quadri misterici e con tanta devozione si attraversano le vie del centro storico per portarsi al Santuario. Il martedì, invece, insieme alla processione di comunione del rione Croce, è il rione Portella a dare inizio al proprio corteo processionale di penitenza, partendo dalla chiesa di San Sebastiano. La giornata di mercoledì vede impegnati il rione Portella nella processione di comunione e il rione Fontanella in quella di penitenza; luogo di partenza di quest’ultimo è Piazza Canalicchio. Il giovedì, conclusasi la processione di comunione del rione Fontanella, è la volta della processione di penitenza del rione Piazza. Raccolto presso la propria chiesa rionale, ovvero l’Annunziata, sarà impegnato anche il giorno successivo, il venerdì, nella processione di comunione. Giornata particolare è quella del sabato. Nella prima mattinata, il caratteristico tratto del centro storico che va dalla chiesa dell’Annunziata al Santuario, vedrà sfilare la Processione del Clero e delle Associazioni Cattoliche. Dopo la celebrazione della Santa Messa ci sarà l’apertura della lastra della nicchia che custodisce l’immagine dell’Assunta. È alle prime luci del mattino della domenica che la comunità, fervente di gioia, inizia a prepararsi per la processione generale. È questo il dì in cui tutti, donne, uomini, bambini, anziani possono rivolgere il loro ringraziamento alla Vergine Assunta attraverso le varie forme di penitenza. Ciò che caratterizza però questa giornata è la presenza dei battenti. Il giorno successivo alla processione generale viene celebrata una messa di ringraziamento, seguita poi da quella dell’emigrante, e da quelle fatte celebrare, durante le veglie, dai quattro rioni. L’immagine dell’Assunta, infatti, resta esposta nella Basilica del Santuario per quindici giorni, notte e giorno, proprio per dare la possibilità ai fedeli di potere “stare con Lei”. Al termine delle veglie, la domenica pomeriggio, dopo la celebrazione eucaristica e una breve processione con la statua nella piazza antistante la chiesa, l’immagine dell’Assunta è nuovamente riposta nella nicchia, procedendo alla chiusura della lastra. Si chiudono così ufficialmente i Riti Settennali di Penitenza a Guardia Sanframondi.
Le processioni.
Per i Guardiesi i Riti costituiscono una significativa manifestazione di fede e di cultura popolare che lontane epoche ci hanno trasmesso con una purezza di linguaggio, che non si è mai offuscata. Si tratta di un patrimonio di altissimo valore storico e religioso, che sopravvive senza alcun segno di erosione, nonostante le contrastanti vicende, che nel tempo hanno modificato tradizioni e costumanze locali. Motivo di fondo dei Riti è la proposta penitenziale emergente dalla Parola di Dio, variamente portata al popolo o a viva voce dal ministro che l’annunzia o esemplificata visivamente con quadri plastici , “i Misteri”. Sono essi tratti dai due Testamenti e dalla storia della Chiesa con il magico effetto di una immediata ricezione da parte del fruitore, grazie anche alle didascalie che illustrano i singoli gruppi che danno vita alla sacra rappresentazione. Per la loro atipicità e originalità i nostri Riti non temono l’usura del tempo, perché come momento di vissuto esistenziale della comunità ne interpretano e ne promuovono la sensibilità umana e spirituale. Se dunque i Riti sono il culmine della religiosità dei guardiesi, vanno letti con umiltà e discrezione all’unico scopo di penetrarne il messaggio religioso. Non ci si può collocare al di là di questa traiettoria senza alterare o impoverire il significato stesso della grandiosa manifestazione, che vede impegnata per oltre sei mesi l’intera comunità di Guardia. E non per esibizionismo, come taluni credono, perché è grottesco il solo pensarlo, ma per un autentico attestato di fede e di devozione all’Assunta.
“Processioni Settennali” e “Processioni di Penitenza”.
Le Processioni Settennali sono quelle dei Riti “ordinari”, cioè quelle che vengono fatte allo scadere naturale del set- tennio, e già ne abbiamo ampiamente parlato.
Le “Processioni di Penitenza” o “Penitenziali” sono quelle che si svolgono al di fuori dello scadenzario settennale, in occasione di grandi sventure, in particolari momenti di disagio generale, in cui si ritiene opportuno appellarsi all’aiuto e all’intervento della Santa Vergine. La decisione di dar luogo a una processione straordinaria con l’immagine dell’Assunta è presa dal popolo, dopo un’ampia consultazione di parecchi giorni e dopo tre settimane di cortei con i sacri campanelli, imploranti l’intervento della Madre di Dio. Se dopo la terza uscita dei sacri bronzi il problema permane, si può adottare la decisione di “cacciare la Madonna”. Allora i singoli comitati rionali si assumono il compito di eseguire quanto è stato stabilito circa le modalità concernenti il rito. A memoria d’uomo la processione di penitenza più lontana da noi risale al 1938: una forte siccità, ombrata sinistramente dallo spettro di una guerra imminente, dava origine a una drammatica situazione di paura e di fame, sicché plebiscitario fu il ricorso all’Assunta. La processione venne fatta il 24 luglio ed ebbe una storica imponenza. Oltre ad essa ricordiamo l’ultima, così per esemplificare, quella del 5 settembre 1974.
Processione penitenziale del clero ed il rito di apertura della lastra.
Il sabato, come si è detto, ha luogo la processione di penitenza del Clero, e delle Associazioni Cattoliche. Anche i nostri “ministri”, in abito talare e in segno di penitenza, portano sul petto la fune incrociata ed in testa la corona di spine. Precede il corteo una nuda Croce, in genere portata dal Vescovo diocesano che, deposte le insegne episcopali, in nigris, guida il corteo alla volta del Santuario. Quando tale processione è giunta ai piedi del baldacchino settecentesco che occupa l’abside dell’Altare Maggiore della Basilica dell’Assunta, ha luogo la cerimonia di “Apertura della lastra” della nicchia. Ben tre chiavi vengono inserite, in altrettante serrature, dal più anziano del Comitato (prima era privilegio del priore della Confraternita del Gonfalone), dal Sindaco e dal Parroco o dal Vescovo diocesano se è presente (in questo caso il Parroco apre materialmente la nicchia, spalancando “la lastra”). Il lento movimento di apertura della “lastra” rappresenta uno dei momenti più toccanti dell’intera manifestazione: tutto il popolo chiede grazia a voce alta tra pianti e singhiozzi! Intanto i quattro cori rionali, sistemati negli spazi assegnati dalla tradizione, eseguono i canti di occasione, mentre, negli intervalli, il popolo tutto intona il tradizionale “S’è sposta Maria”.
Le veglie notturne.
Dopo la processione generale, di norma, la Statua della Vergine Assunta resta esposta alla venerazione dei fedeli per quindici giorni, nel corso dei quali i gruppi rionali, giorno e notte, si avvicendano a pregare. La sacra icone viene posta su un apposito Trono, allestito per la circostanza, sulla pedana di accesso alla nicchia. Da quel momento, i fedeli possono avvicinarsi alla Statua della Vergine Assunta per preghiere, suppliche, recite del Santo Rosario, canti comunitari o personali. La Chiesa, in questi quindici giorni che precedono la chiusura della lastra, vive un grande momento di comunità. Molti sono i forestieri che, da ogni comune della Valle Telesina, arrivano nella Basilica del Santuario per affidarsi alla materna protezione della Vergine Assunta; costante l’impegno dei Cori Rionali, che, a turno, animano le Celebrazioni Eucaristiche, comprese quelle delle Veglie notturne. Nel corso di queste ultime vengono celebrate funzioni particolari, a devozione dei singoli Rioni o di devoti, alle quali partecipa una moltitudine di persone. In questi giorni, che precedono la chiusura della lastra, non mancano momenti di vera commozione e fratellanza reciproca e ogni fedele è alla continua ricerca di un momento di preghiera personale con la Vergine Assunta. Siffatti momenti si ripetono poi, per nostra fortuna,nel corso dell’intero settennio, la sera di ogni primo sabato del mese: tutti possono ritornare da Lei per la Veglia di preghiera in suo onore, affinché Ella continui ad intercedere per noi presso il suo Figlio Gesù. In queste occasioni, infatti, ad ogni devoto è data la possibilità di chiedere il perdono per i propri peccati, affinché possa riprendere con fiducia il cammino di fede come preparazione ai nuovi Riti Penitenziali in onore della Vergine Assunta.
La processione generale.
Iniziando sempre di buon mattino, ogni Rione ordina i propri misteri e tutti convergono al Santuario seguendo il percorso delle processioni infrasettimanali. Il primo rione, quello Croce, giunge al Santuario verso le ore 9 e dispone il proprio Coro nel luogo assegnato. Dietro si accoda il popolo in processione e, quando tutti i Rioni sono giunti sul sagrato, si celebra la Santa Messa. Al termine della funzione ha inizio la processione generale. Preceduto dai Campanelli, si forma il corteo processionale vero e proprio che vede nell’ordine solito i quattro Rioni, Croce, Portella, Fontanella e Piazza, ognuno preceduto dal proprio stendardo. I sacri campanelli, che precedono sempre il lungo corteo, ogni volta che si oltrepassano i confini di un Rione, passano nelle mani dei rappresentanti del quartiere che si sta attraversando. Dietro il quadro misterico di “San Girolamo penitente” si inseriscono i Battenti. A questa processione intervengono di diritto, con il proprio stendardo, anche i rappresentanti di tre paesi vicini: Castelvenere, Vitulano e Paupisi. Spesso se ne aggiungono anche altri, la cui partecipazione è di recente istituzione. Queste rappresentanze prendono posto tra il corteo del Rione Croce e quello del Rione Portella. La pro- cessione, attraversata Porta di Santo, entra nel Centro Storico e percorre tutta l’antica piazza del paese, poi si reca su via Costarella per risalire lungo Via Monte Tre Croci e portarsi in Piazza Croce e quindi in Piazza Castello. Uscita dal centro antico del paese, si dirige verso la parte nuova per Via Municipio e Via Campopiano. Il corteo è lunghissimo, tanto che, solo quando lo stendardo del primo rione si trova già nella lontana zona periferica di Via Campopiano, comincia ad uscire dalla Chiesa la Statua dell’Assunta. L’annuncio è dato da un colpo di mortaretto esploso dalla sommità del Castello; in questo sacro momento tutti i fedeli, seminati lungo tutte le stradine dell’abitato, si genuflettono e si segnano con la croce. La Statua viene portata a braccia dai Sacerdoti fino all’uscita della Chiesa, per essere poi presa dai fedeli e, quando nel momento del ritorno nel Tempio, giungerà sulla soglia, verrà riconsegnata ai Sacerdoti che la riporteranno sull’Altare Maggiore.